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Le moto da corsa dal 1990 al 2010

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Le moto da corsa nel 1990, iniziamo il nostro viaggio nel tempo

Cominciamo, anno 1990, la prima moto da corsa che nominiamo è la Yamaha YZR 500. E’ stata la capostipite di una serie di modelli che avrebbero portato Wayne Rainey alla conquista di 3 titoli mondiali consecutivi nel team KR Di Kenny Roberts. Era dotata di un motore due tempi 4 cilindri a V che erogava 155cv per circa 120kg di peso. Su questa moto Rainey ha vinto il maggior numero di gare sfidando a più riprese l’allora acerrimo rivale, Kevin Schwantz su Suzuki.

La TZR del 90 aveva una linea accattivante, un cupolino minuto, delle vistose prese d’aria frontali sulle carene per ottimizzare il raffreddamento del propulsore e un codone un po’ spartano e squadrato. Il tutto era rifinito dalla celebre livrea Malboro che all epoca era usata anche su un altro mezzo da corsa vincente che era la McLaren MP4/5 di Senna in formula uno.

Passiamo al 1992, la Honda NSR del 1992 è probabilmente la Honda GP 500 più bella di sempre. Quella linea estremamente filante con il codone leggermente rialzato dietro e le due prese d’aria sul cupolino. Esaltata da una perfetta grafica Rothmans. Mick Doohan nel 1992 era il leader del mondiale e viaggiava con un discreto margine di punti su Rainey, fino a quando purtroppo non ebbe un gravissimo incidente sul circuito di Assen in Olanda. 

Questa Honda aveva un motore 4 cilindri a V, fu la prima NSR 500 ad utilizzare la configurazione “Big bang” a scoppi irregolari a due a due distanziati di solo 10°all’albero. La potenza si aggirava intorno ai 170cv e il peso era portato al limite minimo fissato a 130kg.

Quali moto vediamo a fine anni ’90?

Tra il 1994-1995 ricordiamo Cagiva C594 con Jhon Kocinski. Tutte le Cagiva Gp sono sempre state molto belle, la più celebre è senza dubbio la C589. La C594 aveva la potenza di 185cv per 130kg di peso, un telaio di Alluminio misto Carbonio, ed un bellissimo forcellone che passo’ dall’alluminio al carbonio durante la stagione.

Ne furono prodotte altre 25 in serie limitatissima nel 2004 per pochi facoltosi collezionisti allo stratosferico prezzo di 125.000 euro.

Tra il 1998-1999, ricordiamo la Ducati 996, guidata dal leggendario Carl Fogarty . Questa moto aveva oltre 160cv di potenza a 12.000g/Min per circa 160kg di peso con una velocità massima attorno ai 320km/h.

Le moto da corsa del 2000

Se passiamo a nominare le modo da corsa a partire dal 2002, iconica come poche, abbiamo la Honda VTR 1000 nelle due versioni Sp-1 ed Sp-2. Questa moto è anche conosciuta, più nello specifico, con un unico nome, RC51.

La VTR 1000 resterà per sempre tra gli amatori ed appassionati, la bellissima Honda protagonista di uno dei duelli più belli di tutta la storia delle corse in moto. Imola 2002 che vide protagonisti, Edwards e Bailyss.

Siamo negli anni 2003-2004. Ducati 999 fu disegnata dal Francese Pierre Terblanche, il designer che stravolse completamente il volto delle Ducati dei primi anni duemila. 

La 999 , a differenza della 916, fu sviluppata, prima, dai piloti in pista e successivamente omologata per la strada. Questa fu una bella rivincita su tutte le critiche e Ducati dimostrò di aver sviluppato il bicilindrico portandolo ad un livello altissimo.

Un altra moto veramente bella della prima decade degli anni 2000 è stata la Kawasaki Zx-Rr MotoGP. La ZX-RR Rigorosamente tinta di uno sgargiante verde, non era difficile da distinguere in mezzo alle altre.

Per progettare e costruire la moto, la casa di Akashi sfrutto’ la grande esperienza maturata in SBK e come base scelse un telaio in alluminio a doppio trave e un forcellone bibraccio scatolato. La tecnologia era raffinatissima ma nonostante l’impegno e le elevate prestazioni non è stata una moto dalla facile messa a punto.

Aprilia RSV4 al debutto aveva veramente anticipato i tempi. Il 2009, anno del debutto, fu il preludio di un periodo d’oro per la casa Italiana, che ingaggiato Max Biaggi, vinse il mondiale Superbike nel 2010 e 2012.

la Rsv4 Superbike aveva il nuovo motore a 4 cilindri a V longitudinale di 65°, distribuzione bialbero a camme (DOHC), quattro valvole per cilindro che girava a 15.000 giri al minuto e sviluppava una potenza di oltre 220cv nel 2010. In quell’ anno sfoggiava una livrea molto bella con lo sponsor Alitalia

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